La famiglia Livon è di origine friulana, dove nel 1964 inizia l’attività di vigneron sulle colline del Collio. Ad oggi conta un totale di 280 ettari e quattro tenute: due in Friuli (Collio e Colli Orientali), una in Toscana nel Chianti Classico e una in Umbria, la Fattoria ColSanto, che sono andato a visitare in occasione di Anteprima Sagrantino 2018.
L’avventura in Umbria inizia nel 2001 e comprende oggi 27 ettari tra Cannara e Bevagna. In vigna viene utilizzato un sistema di potatura corta, il cordone speronato incrociato, e mantenuta un’alta densità di piante, circa 7200 per ettaro. Queste impostazioni costringono le piante che, da un lato spingono le radici molto in profondità rendendole indipendenti, dall’altro favoriscono una sottoproduzione più concentrata.
I vini rossi svolgono la fermentazione in acciaio e l’affinamento in legno, mentre l’unico bianco prodotto, un Trebbiano Spoletino da vigne vecchie in affitto appena fuori zona DOC, vede solo legno, ma con una fermentazione più lenta e a bassa temperatura (11°C) per non cannibalizzare i sentori primari. Dura circa un mese, a cui poi segue un periodo di affinamento in botte e in bottiglia.
Interessante notare come il Trebbiano Spoletino di Colsanto rifletta l’impostazione, la tradizione e la filosofia del Friuli, terra di grandi bianchi e di struttura. Il Trebbiano Spoletino “Cantaluce” sin dalla sua prima annata prodotta sembra aver già definito con decisione la sua identità. Ampio e complesso al naso, si presenta con sentori di frutta gialla matura ed evolve sugli idrocarburi man mano che si scalda nel calice. Il sorso è fresco, pieno, ben bilanciato, con una piacevole sapidità e una lunga persistenza.
In degustazione insieme ad un ricco buffet di tipicità umbre ho assaggiato anche i vini rossi della tradizione:
- Montefalco Rosso 2018 (Sangiovese, Sagrantino e Montepulciano) con sentori di frutti rossi che affiancano quelli terziari ben decisi che segnalano un passaggio in legno. Non viene prodotto nella versione Riserva, ma questo potrebbe benissimo esserlo.
- Montefalco Sagrantino “Montarone” 2015 – La selezione delle migliori uve di Sagrantino dalla vigna con l’esposizione più favorevole.
- Montefalco Sagrantino 2010 – Affinato in botte grande. Potenza ed eleganza, spiccano le note balsamiche. Raggiunge oggi, dopo 12 anni, la maturità e mostra il suo grande valore.
- Montefalco Sagrantino 2018, anteprima di botte – Caldo, astringente, potente, con sensazioni di pepe. Sono convinto che diventerà un ottimo vino.
- Montefalco Sagrantino Passito “Montarone” 2015 – Il massimo per me in abbinamento con il dolce proposto (ultima foto!)
Grazie alla famiglia Livon e tutto lo staff per avermi accolto e in particolare ad Elisabetta per avermi guidato nella visita e degustazione con un entusiasmo travolgente!
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