Assisi ha accolto con entusiasmo l’edizione 2025 di “Vini Veri”, la manifestazione dedicata ai vini naturali, autentici e artigianali, che ogni anno richiama appassionati, produttori e curiosi da tutta Italia e oltre. Nella suggestiva cornice umbra, i produttori hanno raccontato il loro impegno per un’agricoltura sostenibile e una vinificazione rispettosa della terra e della tradizione.
Tra macerazioni, anfore e legni.
Tra i vini in degustazione, la Vitovska, emblema della viticoltura carsica, si è distinta per due interpretazioni alla cantina Skerlj: una versione macerata per tre settimane sulle bucce e affinata per due anni in botte grande, e un’altra che ha seguito un percorso in tini di pietra per un anno sulle bucce, per poi riposare un anno in botte grande.
Interessanti anche le interpretazioni della Malvasia. Skerlj ha proposto una macerazione lunga con due anni di affinamento in botte grande di Slavonia, donando profondità e note speziate, mentre con un’altra versione ha esplorato un anno di contatto con le bucce e legno.
Dalla Slovenia, Mlecnik ha impressionato con le sue interpretazioni di vitigni autoctoni e internazionali. La Rebula 2018, il Chardonnay 2019, e l’Ana 2020 – blend di Friulano, Ribolla Gialla e Chardonnay – sono stati perfetti esempi di equilibrio tra brevi macerazioni sulle bucce e affinamenti in legno, sempre nel rispetto della tradizione.
Un altro produttore sloveno, Zidarich, ha presentato vini che incarnano l’essenza del Carso, mentre Vodopivec, ha stupito con la sua Vitovska coltivata ad alberello.
Eccellenze locali
La cantina umbra Bea si conferma una certezza con i suoi vini di rara espressività, mentre Ninni di Spoleto si distingue con le sue diverse interpretazioni di Trebbiano Spoletino. Presenti anche altre cantine umbre ben conosciute come Raina e Iacopo Paolucci.
Tra i produttori delle Marche imperdibili Carmeli Irene e Clara Marcelli. Qui, spiccano il Marke, un Pecorino con un breve passaggio in legno che conserva vivacità e tensione, l’Alicante Ruggine per la sua raffinatezza e il Syrah Bataté, robusto e corposo ma non invadente.
Carmeli Irene ha saputo valorizzare il Pecorino in modo magistrale con il suo Gaico.
La cantina Allevi, con il suo spumante dosaggio zero affinato 50 mesi sui lieviti, ha dimostrato come le bollicine naturali possano dare grandi soddisfazioni.
Valter Mattoni, invece, ha portato un raffinato assemblaggio di Trebbiano e Pecorino. Notevoli anche i suoi rossi, l’Alicante Rossomatò e il Montepulciano Arshura.
Dalla Toscana, il Podere Luisa ha proposto un blend di Trebbiano e Malvasia, dimostrando che semplicità e cura possono dar vita a vini autentici e appaganti. Degni di nota il Chianti e il Sangiovese, di cui è stato possibile assaggiare l’annata 2015.
Chiusura in bellezza in Piemonte con la cantina Rinaldi: Nebbiolo e Barolo di alto livello.
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